William Seward Burroughs (Saint Louis, 5 febbraio 1914 – Lawrence, 2 agosto 1997), è considerato tra i massimi scrittori del secondo Novecento. Ispiratore della Beat generation, ha avuto una vastissima influenza anche sui movimenti letterari successivi. Burroughs pubblicò diciotto romanzi, sei raccolte di racconti e quattro raccolte di versi.
Nel 2024 è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia il film Queer di Luca Guadagnino, adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Burroughs tradotto da Katia Bagnoli per Adelphi.
William S. Burroughs
La macchina morbida
Traduzione di Katia Bagnoli
Adelphi, Fabula, 154
2003, pp. 221
isbn: 9788845917905
Dalla quarta di copertina:
Il mondo che molti identificano con gli scenari di Blade Runner era già stato disegnato anni prima, e con più venefiche insinuazioni, da William Burroughs, soprattutto nella Macchina morbida. È un mondo intermedio fra l’organico e l’inorganico, dove la droga – ogni sorta di droga – costituisce il collante universale, e la paranoia, con la sua inclinazione a trovare in tutto – e in primo luogo nella mente dei singoli come della società – qualche perverso agente di controllo, costituisce la lingua franca, l’unica in cui personaggi larvali sono in grado di intendersi. Ma quel che fa la grandezza di Burroughs è la precisione di ciò che vede, l’individuazione tenace dell’immagine. Una precisione grazie alla quale la sua prosa si sottrae a quella genericità che minaccia tanta parte della science fiction. A suo modo, Burroughs è un narratore verista, uno Zola dei rifiuti metropolitani, che non si dedica alla saga dei Rougon-Macquart ma a quella dell’ispettore Lee e della Polizia della Nova oltre che delle forze oscure serpeggianti nel pianeta.
La macchina morbida – secondo volume di una tetralogia che comprende, oltre a Pasto nudo, The Ticket That Exploded e Nova Express, entrambi di prossima pubblicazione – ha conosciuto più versioni: la prima è apparsa a Parigi nel 1961, la seconda a New York nel 1966, e la terza, su cui si fonda questa traduzione, a Londra nel 1968.
William S. Burroughs
Queer
Traduzione di Katia Bagnoli
gli Adelphi, 436
2013, 4ª ediz., pp. 205
isbn: 9788845928048
In una sterminata suburra, che Burroughs avrebbe poi definito «Interzona», e che qui va da Città del Messico, capitale mondiale del delitto («il cielo di quella speciale sfumatura d’azzurro che si intona tanto bene con gli avvoltoi volteggianti»), a Panama, Lee, alter ego dello scrittore, tesse la sua amorosa tela intorno a Allerton, un giovane ambiguo, indifferente come un animale. Si aggira in locali sempre più sordidi, bazzicati da una fauna putrescente, e così divagando, picaro alieno, ci regala schegge del suo nerissimo humour. Qui affiora per la prima volta il paesaggio allucinato che oggi ormai porta il nome di Burroughs.
Scritto agli inizi degli anni Cinquanta e occultato per più di tre decenni (apparve solo nel 1985), Queer nasce da un avvenimento taciuto con cura: la morte della moglie Joan, uccisa con un colpo di pistola dallo scrittore sotto l’effetto delle droghe.
https://www.adelphi.it/libro/9788845928048
Il romanzo viene qui presentato in una nuova edizione condotta sui manoscritti originali. La prima versione della traduzione di Katia Bagnoli era stata pubblicata da Adelphi nel 1998 con il titolo Checca (Adelphi, Fabula, 114, 1998, pp. 126, isbn: 9788845914089).