Kathy Acker (New York, 18 aprile 1947 – Tijuana, 30 novembre 1997) è stata una scrittrice, poeta, musicista e sceneggiatrice statunitense. Dissacrante e sperimentale, spesso paragonata a William Burroughs per gli esperimenti sulla lingua e la carica provocatoria dei suoi testi, è tra le autrici più importanti della letteratura postmodernista.
Katia Bagnoli ha tradotto L’impero dei non sensi (Empire of the Senseless) (1988), Milano, SugarCo, 1991, nuova edizione riveduta Nero Editions, 2024.
Dalla quarta di copertina delle edizioni Nero:
Autrice di culto, dissacrante e ribelle, Kathy Acker in vita è stata tanto amata quanto temuta. Da esponente di spicco dell’underground letterario e della scena punk newyorkese a icona del post-punk londinese, per oltre tre decenni è stata una presenza scomoda e all’avanguardia nel mondo dell’arte e della cultura. Ipersessuale e aggressiva, fragile e glamour, Acker è riuscita a scioccare e sedurre lettori e critica, a incarnare ogni cosa e il suo esatto contrario. L’impero dei non sensi, pubblicato nel 1988, è il romanzo che segna un punto di svolta nella sua produzione. In una Parigi nel futuro distopico, Abhor (parte umana, parte robot) e il suo amante Thivai (un pirata) attraversano la città in cerca di un farmaco, incontrando lungo la strada medici pazzi, motociclisti, prostitute, tatuatori e terroristi, mentre una banda di rivoluzionari algerini conquista la città e la CIA congiura per annientarli. Con uno stile ricercato ed estremo, che unisce la raffinatezza di pensiero all’emozione grezza, L’impero dei non sensi affronta alcuni dei temi più cari ad Acker: la tensione tra oppressione e ribellione, linguaggio e sessualità, trauma e slancio vitale, e come tante sue opere continua a riverberare nella scrittura di autori e autrici contemporanee, da Dennis Cooper a Lidia Yuknavitch a McKenzie Wark. Trent’anni dopo la sua pubblicazione, il romanzo-manifesto di Acker torna in Italia nella traduzione rivista e aggiornata di Katia Bagnoli.
— Dalla recensione di Nicoletta Vallorani, “Kathy Acker. La cyborg e il pirata amanti tra le macerie del sogno americano”, Tuttolibri, La Stampa, 29 giugno 2024.
“Nelle intenzioni e nei fatti, L’impero dei non sensi è un gioco letterario raffinatissimo sul genere fantascienza. Per chi legge, il romanzo di Kathy Acker appena tradotto (con coraggiosa limpidezza) da Katia Bagnoli e pubblicato, sfidando le semplificazioni dei gusti editoriali italiani, da Nero, è un viaggi durissimo e sofisticato nell’universo postapocalittico abitato dalla cyborg Abhor e dal pirata Thivai, sullo sfondo di una Parigi conquistata dagli algerini e in un contesto in cui avventurieri e terroristi non appaiono tanto diversi dalla CIA reaganiana. Il presidente-attore sembra saltar fuori a ogni snodo di una narrazione complessa, brutalmente sovraccarica di situazioni estreme. La violenza ha un obiettivo preciso: essa risponde alla volontà di conferire visibilità al fallimento della classe media statunitense, ai suoi principi profondamente razzisti e sessisti, alla menzogna capitalista non più sostenibile del sogno americano. […]”